Frida
- Alessio Valentino
- 5 giu 2024
- Tempo di lettura: 6 min

Poco fa, guardando la nostra posizione sulla cartina geografica sul mio telefono, mi sono reso conto di quanto siamo lontani da casa, di quanta strada abbiamo fatto e di quanta ancora ne abbiamo davanti. Sono già passate 365 notti in questo furgone e ancora faccio fatica a rendermi conto di tutto ciò che abbiamo vissuto in quest'ultimo anno. È stato un anno che ha indubbiamente cambiato le nostre vite e la nostra percezione delle cose. Mi piacerebbe scriverne un resoconto, ma finirei a doverne scrivere un libro.
Il tempo qui scorre in maniera diversa. Non direi che rallenta, perché credo piuttosto che in una vita di routine perda facilmente il suo valore e guadagni velocità. In un solo anno di viaggio invece, vivi così tante esperienze e avventure che altrimenti non sarebbero possibili. Il tempo guadagna così valore e non sembra passare veloce. Le giornate durano molto e le settimane non passano in fretta. Si può paragonare un anno di viaggio a diversi anni alla velocità a cui siamo abituati di solito. Infatti, ripensando all’ultima settimana in Europa, mi sembra ieri che imbarcavamo il furgone nel porto di Anversa. Ma se ripenso alla prima settimana in Canada, mi sembra di parlare di cose successe più di tre anni fa.
Suona strano lo so…
Come se da quando abbiamo intrapreso questo viaggio il tempo avesse preso una velocità diversa, forse proprio la sua vera velocità.
La vita è intensa ogni giorno, la noia è rara, tutte le altre emozioni sono più presenti, e svegliarsi in così tanti posti meravigliosi ogni giorno è qualcosa a cui non ci si può abituare.
Il mare dove mi trovo ora è di un colore che mai avevo visto prima. Si schiarisce e si scurisce con la sola luce, e la spiaggia Caraibica è paradisiaca.
Questi pochi metri quadri su ruote, che chiamiamo ormai casa, ci hanno già portato a percorrere quello che corrisponde ad un volta e mezza la circonferenza del nostro pianeta e ne serviranno altrettanti per raggiungere l'estremo sud del continente.
È proprio la lontananza da casa la difficoltà più grande che abbiamo incontrato in questi primi 12 mesi di viaggio. Sapevamo che avremmo dovuto fare i conti con la nostalgia ma abbiamo capito sulla nostra pelle che è una cosa alla quale non ci abitueremo mai.
Il bello di vivere è anche condividere con le persone a te più care, e ovviamente da un cellulare non si può trasmettere tutto ciò che stiamo vivendo ogni giorno.
Sentivamo il bisogno non tanto di fare una pausa da questo stile di vita quanto di riuscire a metabolizzare quanto fatto finora, e non potevamo fare scelta migliore che prendere un biglietto per l’Italia per qualche settimana. Riabbracciare la famiglia, non essendo mai stati per così tanto tempo lontani, è stata una delle cose più intense degli ultimi mesi. Poter raccontare e passare del tempo di qualità a casa, per quanto sembri scontato, era tutto ciò di cui avevamo bisogno per ricaricare le pile e tornare in furgone con l'energia giusta per continuare il viaggio. Tornare in Italia infatti ci ha fatto riassaporare tutto ciò che abbiamo sempre definito casa e riabbracciare le persone delle quali sentivamo la mancanza dopo tutto questo tempo.
Il Messico, in questi ormai 6 mesi, si è rivelato un paese meraviglioso. La gente è calorosa, generosa e amabile. Abbiamo attraversato la maggior parte dei suoi stati: Baja California, Nayarit, Jalisco, Michoacán, Mexico, San Luis Potosí, Queretaro, Guanajuato, Aguascalientes, Oaxaca, Chiapas, Campeche, Tabasco, Yucatàn e ora Quintana Roo pronti ad attraversare il confine con il Belize tra qualche giorno per poi entrare in Guatemala. Abbiamo trascorso sei mesi pieni nella quotidianità messicana, conoscendo tantissime persone, realtà, culture e storie uniche e interessanti. L'arte e l'artigianato qui hanno molto valore nella cultura, e ogni stato ci ha sorpreso a modo suo, come forse non ci aspettavamo. Avevamo uno stereotipo in mente, indotto purtroppo senza troppo merito, che ci portava quasi ad avere paura anche solo di entrare in questo paese.
La Natura è davvero spettacolare in questa regione. La costa è ricca di fauna sia marina che terrestre e non ci siamo mai stancati di ammirare il passaggio maestoso delle balene e il tuffarsi dei pellicani al tramonto, che colorano il cielo con le loro silhouette.

Nelle montagne del Michoacán abbiamo avuto la fortuna di assistere a uno degli spettacoli naturali più straordinari, la migrazione delle farfalle monarca. Ogni anno, queste delicate creature percorrono più di 4000 chilometri per sfuggire agli inverni rigidi del Canada, trovando rifugio e riposo nelle foreste temperate del Messico. Vedere migliaia di farfalle monarca riunirsi in un tripudio di colori e movimenti è stata un'esperienza indescrivibile.
Non è ovviamente tutto rose e fiori, la povertà presente al di fuori delle grandi città fa sì che la gente non abbia molta cura dell'ambiente. La gestione dei rifiuti è uno dei problemi più grandi e prioritari, ma qui purtroppo non essendoci informazione, la gente fa tutto ciò che non dovrebbe fare. I rifiuti presenti ovunque vengono smaltiti bruciandoli con incendi più o meno controllati anche ai bordi della strada. I cani randagi sono numerosi, ma generalmente buoni. Non c'è l'idea del cane randagio come pericolo, come in Europa, ma nemmeno la concezione di cane come animale da compagnia. I cani, anche quelli che hanno un proprietario, sono sempre sulla strada, nelle campagne e sulle montagne, occupando un posto in natura completamente innaturale. In un solo giorno si possono vedere più di 50 cani, anche di razza, lasciati vagare per le strade, quasi tutti in condizioni pressoché accettabili. Sembra che i cani nei villaggi siano di tutti invece che di nessuno, ma questo non risolve il problema.. al di fuori delle città, le loro condizioni di vita sono di sopravvivenza. La natura qui sa essere ostile e un animale con una selezione "artificiale" trova difficilmente spazio.
A pochi giorni dal nostro volo per l'Italia tanto sperato, siamo arrivati alla città di Oaxaca con qualche giorno di anticipo per non rischiare di fare ritardi e tutto era effettivamente perfetto e secondo i piani, se non fosse stato per il piccolo imprevisto che avrebbe per sempre cambiato il nostro viaggio.
Ci siamo concessi qualche giorno di relax su un laghetto poco fuori città prima dei quattro voli che avremmo dovuto prendere nei giorni successivi.
Uno specchio d’acqua, in un paesaggio desertico e montano. Una risorsa preziosa per i locali che in questi mesi affrontano il culmine della stagione secca.
Un pastore in particolare, seguito da una ventina di mucche, un toro e qualche asino, portava a bere mattina e pomeriggio i suoi bovini facendo sempre lo stesso giro attorno al lago passando di fronte al nostro furgone. Alla fine della mandria c'erano tre cani, i primi due che avevano sicuramente un posto in cui mangiare, e un terzo ridotto a pelle e ossa. La prima impressione era di un cagnolina giovane, ma con tanti mesi senza una casa e la possibilità di sopravvivere diversamente, e l'indifferenza del pastore nei suoi confronti ci ha fatto davvero male.
La mattina successiva vedendoli passare per la seconda volta Cristina, senza farsi vedere, ha provato ad attirate l’attenzione di questa cagnolina, senza purtroppo i risultati sperati. Ma per fortuna è il giorno successivo che, passando nuovamente davanti al furgone, viene lei a cercarci.
Le diamo subito delle crocchette che abbiamo sempre pronte per tutti i cani che riusciamo ad avvicinare lungo la strada e da quel momento del pastore non voleva più sentirne parlare. Senza forze, si accascia sotto il nostro furgone per un po' di ombra in una giornata senza nuvole con più di 35 gradi, e da quel momento non ha più voluto saperne di allontanarsi.
Come se ci chiedesse aiuto, venne a chiedere altro cibo e non abbiamo pensato due volte a farla salire per portarla da un veterinario.
Un cane in questo viaggio non era stato preso in considerazione, per varie ragioni, come la difficoltà di gestione in uno spazio piccolo come il furgone e i pericoli che avrebbe potuto incontrare. Ma in questo caso non era una questione di scelta. Non so come la gente possa rimanere indifferente davanti a queste situazioni, e senza esitazione abbiamo portato la cagnolina dal veterinario per darle le cure necessarie. Trovare veterinari qui non è difficile, trovarne di competenti e affidabili purtroppo si. Il problema poi era trovare qualcuno che la tenesse visto che in tre giorni avremmo dovuto lasciare il furgone in un magazzino e prendere un aereo sul quale non sarebbe ovviamente potuta salire. Dopo innumerevoli telefonate senza successo, con tutte le cucce nel raggio di 100km senza nemmeno un posto libero e con la paura di non sapere cosa fare se non le avessimo trovato presto una sistemazione, abbiamo trovato un accordo con una clinica dovendo mostrare pure i biglietti di ritorno in Messico, assicurando così di tornare a riprenderla. Diversamente non l’avrebbero presa nemmeno in considerazione.
Adottare un cane è una scelta che non va presa alla leggera vista la responsabilità che comporta, ma abbiamo subito accettato le condizioni per il bene della cagnolina e promesso che saremmo tornati per adottarla e così abbiamo fatto.

Sono passati quasi 3 mesi da quel piccolo imprevisto che ci ha regalato per sempre una nuova compagna di viaggio. Il suo pelo sta continuando a crescere a vista d’occhio, nascondendo tutte le cicatrici che aveva e ha velocemente raggiunto il suo peso forma, diventando presto irriconoscibile da come l'avevamo trovata.
La dolcezza con cui ci sveglia ogni mattina ci fa capire quanto sia grata di aver avuto questa seconda possibilità nella vita, al punto che non sappiamo se sia stata più fortunata lei o noi ad averla incontrata sul nostro cammino.
Da quel giorno e per sempre, per noi questo viaggio ha un valore aggiunto, e quel valore aggiunto si chiama Frida.