Sono sempre stato affascinato dalle mie Paure.
Forse tra le tante emozioni che mi regala la Natura la Paura è una di quelle che cerco di proposito più spesso.
L’incoscienza di ciò che ti circonda nel buio, la poca visibilità tra alberi fitti di un bosco, o le profondità che crea la nebbia in cui hai paura ad addentrarti in qualche maniera ti danno quel brivido che ti fa sentire vivo.
Abbiamo passato più di un mese senza nessuno di questi stimoli. Tra le vaste vallate di bassi cespugli di tundra, luce perenne anche durate la notte e cieli sereni come a prepararci per un tuffo in un autunno in anticipo. A queste latitudini le foglie si colorano già verso la fine di agosto, le nuvole si abbassano, la pioggia persiste e il buio ritorna a prendersi terreno giorno dopo giorno.
Siamo finalmente entrati in Alaska, spostandoci di due fusi orari in meno di una settimana e siamo scesi notevolmente di latitudine. In appena 6 giorni abbiamo cambiato totalmente lo scenario, passando dai tramonti che abbracciano le albe nel pieno della notte tra le pianure di permafrost Canadese alle buie foreste pluviali a picco sull’oceano nei fiordi glaciali del Kenai Peninsula.
Siamo entrati a capofitto nell autunno.
Buio, foreste, nebbia e pioggia incessante ci stanno accompagnando da diversi giorni. Come per darci benvenuto alle settimane più malinconiche, profonde e introspettive dell’anno.
Perché un ambiente così lontano dalla mia zona di comfort mi attira così tanto?
Forse alla fine, nelle mie paure mi sento ormai a mio agio.